La posta del cuore
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da stefano_marini - Moderatore livello 4
Cosa vi aspettate di nuovo nei prossimi 6 mesi dal Club dei presidenti?
Ieri sera si è svolto un aperitivo nella sede centrale del Club di Milano.
Con la Madonnina che ci guardava dalla finestra e con i soci invitati (selezionati), oltre a mangiare e bere, abbiamo discusso di che cosa possiamo fare per dare servizi, eventi, contenuti sempre migliori a tutti coloro che fanno parte del Club.
Non vi anticipo ancora cosa è uscito dalla serata, perché dopo numerosi bicchieri sono uscite cose molto interessanti, però chiedo anche a voi che non siete venuti di contribuire scrivendomi un commento qui sotto.
Cosa vi aspettate di nuovo (o di migliorato) nei prossimi 6 mesi dal Club dei presidenti?
da stefano_marini - Moderatore livello 4
Messaggio di Santo Stefano 2025
Cari Soci e care Socie,
stiamo vivendo un momento di grande cambiamento che non riguarda solo l’attività associativa, ma in modo molto più ampio tutta la società in cui viviamo.
Ci troviamo schiacciati da forze contrastanti e molto più grosse di noi.
Se fai attenzione sentirai parlare, ovunque, di cose che fino a trent’anni fa sembravano impossibili.
1. Cellulare
2. Internet
3. Social Network
4. Crisi demografica
5. Corsa al riarmo
6. Guerra in Europa
7. Cambiamento climatico
8. Iper-sorveglianza
9. Fallimento dello stato italiano
Immagina di tornare nel 1994 e di nominare a un italiano qualunque anche uno solo dei concetti rappresentati dalle 9 parole elencate qui sopra.
Digli di chiamarti mentre sei in macchina e aspetta di vedere la sua faccia, e poi chiedigli di mandarti su whatsapp le foto che avete scattato insieme col cellulare.
Chiedigli se fa la raccolta differenziata, chiedigli cosa pensa del riscaldamento globale o della possibilità che ci sia una guerra in Europa a pochi anni dalla caduta del muro di Berlino.
Potrei continuare ma credo che il concetto sia chiaro. Le principali forze che condizionano la nostra vita nel 2024 erano inimmaginabili fino a 30 anni fa e sono apparse con una velocità e con un impeto tale da coglierci impreparati e inermi.
Queste righe potrebbero mettere di malumore qualcuno che legge, ma credo invece che debbano essere prese per quello che sono, lasciando da parte le emozioni. Si tratta di una semplice analisi della situazione attuale. La storia continua a ripetersi, non siamo in un periodo più difficile di altri e il futuro è stato, è e sempre sarà una grande sfida contro l’incertezza e l’inconscio.
Ma ora sappiamo cosa dobbiamo affrontare e come dobbiamo farlo. Ci sono tre cose che dobbiamo fare come cittadini e come presidenti di associazione per vincere la nostra battaglia contro il futuro:
1. Occuparci soltanto delle cose che sono sotto il nostro controllo o che possiamo influenzare in maniera importante. In particolare concentrarci su tutte quelle attività che possiamo sviluppare o fare meglio e che portano benessere alla comunità.
2. Studiare e adeguarci rapidamente ai cambiamenti, senza indugio e senza rimanere ancorati al “ma abbiamo sempre fatto così ed è andata bene”. Le cose cambiano e, come abbiamo visto, tu non puoi fermarle.
3. Unirci per avere una potenza tale da contrastare anche forze esterne che, da soli, non potremmo mai affrontare.
Uniti potremo:
Affrontare meglio il futuro.
Superare gli ostacoli che ci metterà di fronte e approfittare delle opportunità che ci saranno.
Imparare a non avere paura del cambiamento, ma affrontarlo con i giusti strumenti e il giusto approccio.
Sostenerci quando le cose non andranno bene e condividere i successi quando arriveranno.
Questo è il motivo per cui è stato creato il Club dei Presidenti ed è anche il motivo per cui ha avuto tale successo in così breve tempo.
Prendi coscienza di fare parte di una comunità di presidenti sempre più unita, preparata e pronta a fare quello che va fatto per far prosperare le associazioni e i loro soci, anche di fronte ad un futuro imprevedibile e quantomai incerto.
In questo giorno di Santo Stefano colgo l’occasione di fare gli auguri a tutti voi Soci e Socie del Club. Che il 2025 sia per tutti un anno di grandissime soddisfazioni.
A presto
Il Presidente
Stefano Marini
da stefano_marini - Moderatore livello 4
Ecco come fa un presidente a crearsi problemi da solo
Vorrei condividere con tutti voi un riflessione molto importante.
Oggi ho ricevuto questa mail da un presidente in risposta ad una delle mie che trattava la tematica dell’entrata in vigore della nuova gestione IVA dal 1° gennaio 2025.
Vi invito a leggerla con molta attenzione:
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Buongiorno Stefano, ho letto la sua email.
Per prima cosa ho chiesto una consulenza (gratuita) ad un mio amico che lavora in un grosso studio di commercialisti a Genova. Questa è stata la loro riposta:
“Se l'associazione non svolge attività economiche continuative, può operare con il solo codice fiscale.
Questo è sufficiente per la maggior parte delle attività istituzionali e occasionali, anche se a partire dal 2025 da più parti si ventila che sarà comunque obbligatorio avere una partita IVA.”
Poi le rivolgo una domanda che penso non abbia risposta o almeno appartiene a quei vuoti normativi dove fatta la legge trovato l'inghippo
La nostra associazione promuove la birra artigianale in tutte le sue forme e ci produciamo un piccolo quantitativo di birra per consumo esclusivo dei soci.
Abbiamo anche alcuni soci homebrewer che se la producono per loro e talvolta la portano ai pochi nostri eventi (assaggi o più comunemente chiamati aperitivi)
Se ci dotassimo di partita IVA diventeremmo una attività commerciale a tutti gli effetti. Bene allora potremmo vendere le nostre birre al pubblico invece che limitarla ai soci, mi sembra lapalissiano.
Dunque la normativa non prevede il discorso della accise per le associazioni senza scopo di lucro. Questo significa che potremmo vendere la nostra birra ed evadere le accise????
Se così fosse penderemmo subito la partita IVA, potremmo fatturare la nostra birra.
Anche il mio amico commercialista mi ha detto che non ho tutti torti visto che l'attribuzione della partita IVA sancisca una attività commerciale
E proprio vero che chi promulga le leggi nella comunità Europea sono dei personaggi che non sanno quello che fanno
Cordialità
S.T.
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Leggendo questa lettera faccio alcune considerazioni
Considerazione 1: TUTTO quello che questo presidente ha scritto sulla preparazione, somministrazione e vendita di birra è sbagliato o parte da presupposti sbagliati. E lui è convinto del contrario. Quindi è messo decisamente male
Considerazione 2: Questo che ha detto lo studio dimostra scarsa competenza in materia. Detto questo, su cui non credo di dovermi soffermare con tutti voi che, ormai, ne sapete di più di questi commercialisti, volevo aggiungere che la risposta è data in forma orale ed è talmente vaga ed evasiva da non aver alcun valore.
Considerazione 3: Il presidente scrive A ME per rivolgere la domanda che CONTA. Questo perché non ha voluto rivolgersi di nuovo al commercialista. È evidente che la prima risposta (gratis) è stata estorta grazie alla relazione di amicizia, ma che successivamente gli sarebbe stato richiesto (giustamente) un pagamento.
Considerazione 4: La domanda che dovresti farti da lettore è perché questo presidente, come la totalità dei presidenti. si mette in questa situazione. Ma è possibile che tutte le volte che avete bisogno dobbiate fare gli equilibristi tra famigliari, parenti, amici e presunti, professionisti di altri settori per avere una risposta CHE POI NON SERVE A NIENTE?
Se pensi, come fa questo presidente, di poter confrontare un nostro parere scritto con quello a voce del primo commercialista che passa per strada “suo amico”, commette una serie di gravi errori. Come farsi curare una carie da un veterinario. E allora la domanda è: “perché?”.
Perché sprecare tutto sto tempo e tutte queste energie piuttosto che scriverci direttamente? Tanto alla fine dovrà pagare lo stesso. Perché non pagare direttamente quelli che possono dargli una risposta professionale e risolutiva?
Il dibattito è aperto.
da stefano_marini - Moderatore livello 4
Si può usare ChatGPT per l’associazione?
Nel prosieguo del testo trovi una mail che ho ricevuto stamattina, sempre per restare in tema di preparazione dei presidenti.
Chiediamo alla polizia annonaria cosa ne pensa e al giudice se ChatGPT vale in tribunale?
La giustizia italiana è difficilmente interpretabile di suo. Credo che sarà una delle ultime cose che tra decine di anni ChatGpt potrà Hackerare...Figuriamoci adesso. STATE ATTENTI!
Ecco il testo della mail:
"Ciao Stefano,
visionando il tuo sito ho notato che riportate un'informazione in conflitto sia con perplexity che chatGBT. In sostanza voi dite che il presidente non può accettare nuovi soci al momento della contestuale richiesta di ammissione da parte del socio stesso. Sei sicuro di quello che hai scritto sul sito, perché perplexity dice ben altro vedi testo piu' grande sotto...:" Grazie
Testo di chatgpt:
"Secondo la normativa italiana sulle associazioni, il presidente di un'associazione può accettare nuovi soci contestualmente alla compilazione della domanda di ammissione da parte del nuovo socio. Ecco i principali punti da considerare:
- L'ammissione di nuovi soci è disciplinata dallo statuto dell'associazione. Generalmente, lo statuto prevede che l'ammissione di nuovi soci avvenga su domanda dell'interessato e con l'approvazione degli organi associativi competenti, come il consiglio direttivo o l'assemblea dei soci.
- Il presidente, in qualità di legale rappresentante dell'associazione, ha solitamente il potere di accettare le domande di ammissione dei nuovi soci, salvo diversa indicazione nello statuto.
- L'accettazione della domanda di ammissione da parte del presidente è quindi un atto formale che sancisce l'ingresso del nuovo socio nell'associazione, a condizione che vengano rispettati i requisiti previsti dallo statuto.
- Tuttavia, lo statuto può anche prevedere che l'ammissione definitiva del nuovo socio debba essere ratificata dall'assemblea o da altro organo associativo, anche se il presidente ne ha già accettato la domanda.
In sintesi, il presidente di un'associazione può generalmente accettare le domande di ammissione di nuovi soci contestualmente alla loro presentazione, salvo diversa indicazione nello statuto dell'associazione.
a presto, I.R."
Cosa ne pensate dell'utilizzo di ChatGPT per queste cose?
da stefano_marini - Moderatore livello 4
La riforma dello sport è incostituzionale
Oggi un presidente mi ha scritto questo:
"Da sempre ho visto che le società sportive faticano parecchio a rispettare le normative anche se sono oneste.
E' quasi impossibile seguire gli statuti regolari che hanno una forma democratica piuttosto allargata più adatta alle Spa da cui traggono spunti e contraddizioni.
1° quota sociale uguale per tutti + spese di gestione ripartite (parlando di società senza profitto)
Assurdità: la quota sociale uguale per tutti che non si capisce a che titolo si possa formulare e con quali elementi.
Non è possibile fare quote uguali: ci sono atleti che partecipano a campionati e tornei federali(più costosi) e atleti che partecipano a campionati minori(meno costosi) e poi ci sono i minorenni che dovrebbero essere agevolati.
Prima facevo quote differenziate con la somma dei costi fissi di partecipazione federale e somma dei costi fissi di partecipazione a enti minori (meno costosi) e quote ancora inferiori per i giovani che hanno meno spese federali.(ma anche allora ci volevano quote fisse a rigore)
2° assurdità nelle piccole associazioni senza lucro gli associati non vogliono partecipare ad assemblee e a sostenere cariche con impegni e quindi si fanno riunioni disertate con verbali spesso adattati alle norme vigenti.
3° assurdità ( anzi incostituzionalità) Non si permette al privato cittadino di gestire un gruppo sportivo in maniera autonoma nei limiti legali come ogni altra attività artigianale o professionale: medici possono esercitare con più di 3000 pazienti, avvocati possono avere clienti a iosa, artigiani possono avere dipendenti in quantità illimitata.
A allenatori referenziati e con certificato penale immacolato non possono gestire autonomamente un gruppo sportivo: E UNA LIMITAZIONE INGIUSTA E ILLEGITTIMA
La ritengo una limitazione anticostituzionale che limita enormemente la diffusione dei piccoli gruppi sportivi.
Oggi un ex atleta o un giovane allenatore non può gestire autonomamente un piccolo gruppo !! Serve uno statuto -un'assemblea di soci, la partita IVA e un commercialista.
Cosa ne dice lei?"
--> Sarei molto curioso di sapere quali sarebbe le vostre considerazioni se riceveste una lettera di questo tipo.
da Nicolo Carloni - Ospite livello 2
Ha senso tagliare i costi?
Qualche giorno fa sono andato dal mio gommista di fiducia perché dovevo fare il “cambio di stagione”. Faccio qualche chilometro in più per andare da lui perché ha proprio un bel servizio. Per farlo mi sposto in una città che, non è piccolissima, ma non è nemmeno enorme.
Uno dei motivi per cui vado da lui è perché mi permette di prenotare l’orario del cambio gomme, non sgarra mai di un minuto e, grazie a macchinari all’avanguardia, il cambio gomme e la convergenza sono molto precisi e ci mette poco a farmeli.
L’officina è piena, ci saranno almeno 10 macchine sui vari ponti, appena entro, spaccando il minuto, i suoi collaboratori mettono la mia macchina sul ponte. Mentre sto chiacchierando con lui, nell’attesa che mi rendano la macchina, arriva un signore e ci interrompe con la seguente richiesta: “Senta dovrei cambiare le gomme di quel pulmino là”. Si gira e ci indica un pulmino a 9 posti.
Il gommista gli risponde che se è disposto ad attendere, può farglielo al primo appuntamento che salta, oppure che può prendere un appuntamento per l’indomani.
Il signore attende la fine della risposta e si affretta a fare la domanda che gli sta più a cuore: “Si, ma quanto costa?”
Il gommista si mette in modalità venditore e gli illustra le varie opzioni disponibili, a partire da una certa cifra di poco superiore ai 100 euro a gomma, che tutto sommato era più che ragionevole visto il tipo di mezzo.
Al signore per poco non sono venute le palpitazioni e con una faccia incredibilmente addolorata chiede: “ma non ne ha di usate?”.
Il gommista comincia a innervosirsi considerato che la maggior parte di quel tipo di veicoli consuma le gomme fino in fondo, quindi il mercato dell’usato praticamente non esiste ed esita un po’ a rispondere.
Allora il signore diventa sempre più insistente e scortese, fino a che, con una scenata drammatica finale, esclama: “Siamo un’associazione no profit, si metta la mano sul cuore.”
A quel punto il gommista non ci ha visto più e gli ha risposto: “io invece gestisco un impresa profit, per cui non mi metto la mano sul cuore ma, nel caso, gliela metto nel portafoglio”.
Spiazzato da una risposta così diretta, il signore continua ad alzare i toni, allora il gommista, che fino a quel momento era stato tranquillo, alza la voce in modo da essere sentito da tutti i clienti presenti in officina e dice: “il signore porta in giro i bambini e i ragazzi con un veicolo che dovrebbe essere fermato, perché non monta gomme idonee e non ha la revisione”.
Il signore preso ancora più alla sprovvista replica: “ma come fa a sapere che non ha la revisione?”.
Il gommista elenca una serie di dettagli del mezzo che impediscono a un meccanico di fargli passare la revisione. Il signore, palesemente in imbarazzo, si defila, esce dall’officina e se ne va senza nemmeno salutare.
A quel punto uno dei clienti, che lo conosce a causa della partecipazione del figlio alle attività dell’associazione in questione, si avvicina scocciato e fa qualche commento sarcastico, che di sicuro non gioverà alla credibilità dell’associazione nei prossimi mesi. La città alla fine non è così grande. Io aggiungo che forse sarebbe stato il caso di evitare una situazione del genere, quantomeno perché il nome dell’associazione sportiva era scritto ben chiaro sulle fiancate del pulmino…
Intanto che andavo a casa riflettevo e mi giravano vorticosamente i suddetti, sapendo che purtroppo quello a cui avevo appena assistito era la normalità e non un'eccezione. Mi sono vergognato come un ladro nel lavorare in questo settore. Perché è vero che la vita del presidente è dura di suo, ma se ci si mette anche lui a complicarsela, allora da dura diventa impossibile.
Qualcuno che legge questa mail starà pensando che il gommista è come Zio Paperone, che pensa solo ai soldi, che è insensibile. Che il mondo fa schifo, che non è più come una volta, che non ci sono più le mezze stagioni, ecc, ecc.
La realtà è che in quella cittadina ci sono più di 150 associazioni sportive e 3 gommisti, di cui due dello stesso proprietario. Se lui cambiasse gratis le gomme a due terzi delle associazioni della sua cittadina, gli starebbe regalando circa 60mila euro all’anno. Ti sembra possibile?
A me no!
Mettere insieme un buon servizio, in Italia, è già estremamente complesso di suo.
Cerca almeno, come presidente, di non autosabotarti.
C’è stata la riforma dello sport, alcuni costi sono aumentati, ti mancano i soldi perché negli ultimi anni hai sempre chiuso a pari e non hai mai avuto utile e adesso cosa fai?
Tagli tutti i costi, e distruggi il servizio.
Dando per scontato che i tuoi soci non si rendano conto che, a parità di prezzo, gli stai offendo un servizio molto più scarso di quanto era prima.
Questo è un gravissimo errore, che i presidenti pagheranno a caro prezzo, ma che è scritto nella cultura del terzo settore.
Ma non solo! I presidenti cercano quotidianamente di tenere insieme le loro associazioni senza avere un piano di come fare a garantire ricavi sufficienti a pagare le spese per erogare un buon servizio e ad avere un po’ di utile.
Cosa ne pensi di questa esperienza e di questa riflessione? Non pensi che un presidente di associazione dovrebbe avere come obiettivo MIGLIORARE il servizio offerto ai propri soci, piuttosto che tagliare tutti i costi?
Fammi sapere cosa hai fatto tu negli ultimi mesi per aumentare le entrate della tua associazione e migliorare il servizio che offri.
da Nicolo Carloni - Ospite livello 2
2 falsi miti sulle associazioni
Oggi vorrei riflettere su alcuni cambiamenti che coinvolgono la figura del presidente di associazione in questo momento storico.
Il mondo delle associazioni sportive è sempre stato caratterizzato da alcune peculiarità:
- Pochissima concorrenza (rispetto ai settori profit)
- Nessuna burocrazia
- Zero tasse
- Nessun controllo
Questo succedeva perché nel dopoguerra lo sport era, tutto sommato, un settore nuovo e un mercato non particolarmente attrattivo!
In questa fase si sono creati diversi miti. Il primo dei quali è quello dei volontari.
Persone che avrebbero dovuto lavorare per le associazioni in pianta stabile e senza compenso. Iniziando dagli operativi, fino ad arrivare al presidente. Si è creata così l’UNICA eccezione nel diritto italiano, che permette di far lavorare un collaboratore senza pagarlo.
Una bolla che, in un certo periodo storico e in alcune selezionate zone d’Italia, ha raggiunto anche delle buone dimensioni.
Questo ha portato i presidenti a credere che il loro lavoro dovrebbe essere volontario e che tutti i collaboratori dovrebbero essere a loro volta volontari. Cosa che non solo non vera ma, al di là della facciata, quasi mai è successa veramente, nemmeno negli anni d’oro. I volontari sono solo una parte della struttura dell’associazione e non possono essere né la totalità, né la maggioranza della forza lavoro.
Dal punto di vista legislativo le cose, come spesso succede in Italia, sono rimaste immutate per più di cinquant’anni. Il contesto nel frattempo si è modificato radicalmente.
Lo sport è diventato un settore attrattivo. La concorrenza è aumentata e la gran parte delle associazioni ha usato male i privilegi di cui godeva.
Riciclaggio di denaro, false fatturazioni e associazioni mascherate sono dilagate tra la fine degli anni 90 e la crisi del 2010.
Questo ha portato i vari governi a stringere le maglie intorno alle associazioni sportive.
Hanno iniziato a controllarle, cosa che fino ai primi anni duemila non era mai successa. A seguito dei disastri emersi durante i controlli, nel 2012 hanno sviluppato il progetto per il controllo a tappeto di tutte le associazioni. Progetto che è rimasto a metà per mancanza di personale, ma che verrà completato nei prossimi anni grazie alle 11mila assunzioni previste dall’Agenzia delle Entrate e soprattutto grazie alla creazione del RAS e allo sviluppo, accelerato dal PNRR, degli strumenti di controllo remoto come SERPICO. Tutto questo permetterà il controllo automatizzato e remoto delle associazioni con molto, ma molto, meno personale.
Con la riforma dello sport è stata poi data ulteriore spinta alla burocrazia e al peggioramento del regime fiscale, in particolare dei collaboratori.
Questo ha destabilizzato ancora di più il terzo settore sportivo perché ha, di fatto, distrutto un altro importantissimo falso mito profondamente radicato nei presidenti; ovvero che le associazioni non dovessero avere utile.
Abbiamo già spiegato almeno 300 mila milioni di volte che la normativa non prevede questa regola, ma i presidenti sono ancora convinti che sia così. RICORDATI. L’associazione, a fine anno, DEVE avere utile!
Se le associazioni avessero avuto utile, a quest’ora i presidenti avrebbero un po’ di soldi sul conto per far fronte alla riforma. Invece ci troviamo con associazioni, anche grandi, che rischiano di andare per aria perché sono aumentati i costi e sono in perdita. Non ci sono soldi sul conto corrente.
Queste due cose combinate stanno facendo impazzire i presidenti, perché devono cambiare il loro modo di pensare l’associazione.
Cosa pensi del ruolo dei volontari nelle associazioni? Nel 2023 la tua associazione ha avuto dell’utile? Se la risposta è positiva, quali tipologie di entrate sono state le più importanti per la tua associazione nel 2023?
da stefano_marini - Moderatore livello 4
Posta del 13 Gennaio 2024
"Ciao Stefano,
perché non chiedi alle associazioni di formare e magari fare un contratto con i volontari che gestiscono le pagine social e/o i siti web delle associazioni?
Purtroppo molti non sanno comportarsi e non è la prima volta che su Messenger o al telefono mettono in grave posizione i presidenti...
Non sanno che quando il numero di telefono è nelle info e che quando rispondono ai vari Messenger, stanno rappresentando l'associazione...
C'è da piangere"
Paola
da stefano_marini - Moderatore livello 4
Posta del 23 Dicembre 2023
da stefano_marini - Moderatore livello 4
Posta del 30 dicembre 2023
- FIGURA DI LAVORATORE SPORTIVO - Vorrei partire da una semplice considerazione molto terra-terra: se qualcuno svolge un'attività regolare per la quale in qualche modo viene anche retribuito, non si parla di "lavoratore" ? E se l'attività di svolge nel perimetro dello sport, non si dovrebbe parlare di "lavoratore sportivo" ? Con questo non voglio allargare a dismisura la platea (vedi ambito amministrativo), ma semplicemente ricomprendere tutti gli allenatori di fatto (i "non patentati"). Sì perchè, almeno nel calcio, i "patentati" sono quasi una setta (già per accedere ai corsi ci vuole un curriculum sportivo di prim'ordine, senza contare il tempo e i costi necessari per frequentare i corsi e ottenere le abilitazioni) Questa "elite", correttamente creata per per garantire qualità a livello di conduzione primaria delle squadre agonistiche, non sembra molto sensata se si pensa al movimento di base e darà origine a distorsioni quasi ridicole. Nel calcio non è possibile trattare come lavoratore sportivo una persona che allena bambini da venti o più anni (quindi da prima che gli attuali patentini iniziassero ad esistere) e invece, in altri sport e con altre federazioni ed enti, si "svendono" certificazioni praticamente a tutti... Nell'Anagrafe Federale FIGC è tutt'ora possibile censire i cosidetti "dirigenti-allenatori" che sono la colonna portante soprattutto dei settori giovanili (ma sono anche i vice delle prime squadre e di tutta l'attività agonistica), salvo poi doverli per forza trattare come "volontari non retribuiti". E' una cosa senza senso pratico.
- RESPONSABILITA' DEL LEGALE RAPPRESENTANTE - E' un tema ben più ampio che mi permetto solo di citare perchè mi pare se ne parli poco rispetto alla gravità della situazione. Le associazioni ormai faticano a trovare persone disposte ad assumere questo ruolo perchè ormai tutti sanno che si finisce nel mirino di chiunque voglia approfittare di qualche debolezza del sistema (ricordiamoci sempre che spesso si tratta di DILETTANTI e che come tali non sono tenuti ad essere esperti di ogni aspetto giuridico-gestionale, nè dispongono delle risorse economiche per accedere a costose consulenze ad-hoc). Servirebbe un'evoluzione che limiti la responsabilità al dolo o alla colpa grave, togliendo ogni conseguenza per fatti di tipo colposo. In sostanza, chiunque accede a un impianto sportivo pubblico (o fa accedere a un minore su cui esercita tutela), si assume in proprio la responsabilità di ciò che potrà capitare all'interno, a meno di azioni compiute dal gestore dell'impianto che ne possano aver minato il livello di sicurezza intrinseco. Provo a spiegarmi meglio con un esempio: se qualcuno dovesse inciampare in uno scalino, rimangono fatti suoi a meno che non si dimostri che lo scalino è stato creato/modificato dal gestore in difformità dal progetto originale o dalle autorizzazioni dell'ente proprietario dell'impianto. Mi rendo conto che è una questione complessa e che gli aspetti giuridici connessi sono parecchio articolati, ma è urgente metterci mano per evitare che le associazioni chiudano per mancanza di presidenti o, peggio, rimangano aperte con "presidenti prestanome" (nullafacenti, nullatenenti,...) che non danno nessuna garanzia reale di correttezza nella gestione.
da stefano_marini - Moderatore livello 4