Federica Felice (Membro livello 1)
u/federica_felice
Riammissione soci dimissionari o esclusi e soci morosi
Salve a tutti,
vorrei avere un parere o sapere come vi comportate a livello di Regolamento o Statuto nel caso di quote che vengono versate dopo la scadenza. Inoltre, nel caso di soci che si siano dimessi o che sono stati esclusi, che cosa prevedete se chiedono di essere riammessi qualche tempo dopo?
L’adesione alle associazioni è un gesto volontario quindi se diventa particolarmente ostico o oneroso, anche se la persona ha i suoi torti (come pagare in ritardo o entrare e uscire dall’associazione a piacimento) può essere che rinunci e si associ ad altre associazioni con obiettivi simili. Nel nostro caso abbiamo adottato diverse strade, ma il problema si ripropone di tanto in tanto e vorremmo definire una regola scritta a cui attenerci d’ora in poi.
Premetto che ogni anno spieghiamo sempre che ci servono le dimissioni scritte e per coloro che, dopo vari solleciti, non le mandano facciamo partire la procedura di esclusione deliberata già nella prima Assemblea successiva alla scadenza dei rinnovi (quindi chi vuole essere riammesso non è mai un socio che resta silente per anni).
E’ meglio essere “severi” facendo pagare una quota doppia a chi paga in ritardo?
Sia in caso di ritardo che di riammissione, conviene chiedere solo una piccola maggiorazione, tipo max 10/20% in più a titolo di “contributo amministrativo” (il tempo del volontario che si occupa di tutte le scartoffie si traduce anche in costo del Registro Volontari, costo della polizza assicurativa, eventuale costo della spedizione della nuova tessera) ?
Conviene rinunciare a qualsiasi “presa di posizione” verso questi comportamenti e chiedere solo la quota?
Voi come vi comportate?
Grazie delle dritte.
Federica Felice (vp Le Donne della Birra APS)
la somministrazione di bevande come attività culturale e ricreativa è commerciale?
Buongiorno,
come associazione APS senza partita iva ci occupiamo di cultura birraria e valorizzazione della donna del settore birrario. Nel nostro oggetto sociale c’è il punto ripreso dall’art. 5 dedicato a “organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale”.
Tra le varie attività organizziamo principalmente degustazioni guidate di birra presso locali e pub sia per soci che non soci e l’incasso è gestito direttamente da locale, essendo la nostra attività di degustazione guidata fornita a titolo gratuito da alcuni soci. Salvo alcuni casi recenti in cui questi eventi sono stati organizzati come raccolte fondi, quindi, ci ritroviamo a non avere contributi associativi per le attività che proponiamo.
Vorremmo però poter organizzare queste attività (sempre presso locali “amici” esterni alla sede dell’associazione e dotati di tutti i requisiti di igiene) anche incassando direttamente, almeno dai soci (cosa che ci permetterebbe di rientrare delle spese eventuali).
Vorrei quindi sapere se in questo caso l’attività di degustazione/somministrazione “guidata” di birre è sempre commerciale (quindi per noi impossibile senza partita iva) o se trattandosi pur sempre di attività istituzionale erogata a favore di soci possiamo considerarla attività de-commercializzata.
Il dubbio mi sorge perchè la somministrazione di bevande alcoliche è un caso particolare (che richiede anche una scia di somministrazione temporanea tra l’altro) e non mi è chiaro se può essere considerata come qualsiasi altra attività culturale/ricreativa di interesse generale.
Nell’art. 85 la somministrazione è decommercializzata solo per le APS riconosciute, ma visto che la nostra associazione non è riconosciuta, significa che sarà costretta a fare solo degustazioni gratuite finché non ha partita iva?
Grazie.
Secondo quello che è scritto qui, sembrerebbe che se fate attività non commerciale (il corso di inglese verso i soci lo è) non c'è l'obbligo alla comunicazione preventiva. Se allargaste il corso anche ai non soci, invece, dovreste fare la comunicazione preventiva.