Filippo Boschetti (Membro livello 1)
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Io ci andrei cauto con questa interpretazione: il certificato ha sei mesi di validità, da qualche parte ho letto che se il collaboratore sportivo ha un contratto più lungo, il certificato si intende copra tutto il periodo, ma non sono certo che di fronte ad un giudice questo regga. Poi vabbé, è tutto talmente approssimativo che tanto dipende sempre da chi ti trovi davanti.
Se lavorano con minori, sì. Escluse le partite iva
1. Abbastanza.
2. Abbastanza.
3. Il confronto con gli altri presidenti: si fa spesso fatica a trovare occasioni per parlare delle "nostre" problematiche, e questo è un buon modo per farlo.
4. Migliorare la ricerca - ma con un po' di pazienza si trova tutto lo stesso.
5. Ribadisco: il valore aggiunto è la libertà di parlare con chi condivide le stesse problematiche, e confrontarsi per vedere come si è riusciti (se si è riusciti) a risolverle. Prima di questo spazio, gli unici momenti che avevo erano forum "aperti" e/o riunioni in presenza di vario livello.
6. 10: lo consiglio senz'altro per il livello qualitativo dei post e commenti. Sulla quantità, ci sono altri forum, ma sono certo che con il tempo questo spazio diventerà un riferimento di settore.
7. Il motivo per cui ho messo "abbastanza": migliorare la ricerca, magari anche attraverso tag o indicizzazioni.
Noi effettuiamo la prenotazione qui:
https://certificaticasellario.giustizia.it/sac/prenotacertificato
E i costi sono esattamente quelli che ho indicato nel precedente post, se la richiesta è fatta "senza urgenza". In caso contrario il costo è il doppio, come viene indicato quando si compila il form. La richiesta che facciamo è di "certificato del Casellario Giudiziario richiesto dal datore di lavoro" e indichiamo come esenzione "altro motivo di esenzione bollo", per poi indicare "sodalizio sportivo dilettantistico esenti da imposta di bollo ai sensi dell’art. 27-bis, allegato d), DPR 642/72 e per effetto dell’art. 1, c. 646, della L. 145/2018"
In realtà allo sportello mi hanno detto che va bene anche "atti relativi ad attività di volontariato", ma io non ne sarei certo.
Noi lo richiediamo per i collaboratori sportivi, perché sono loro che hanno contatto diretto con i minori (francamente mi sembrerebbe eccessivo richiederlo per un membro del direttivo o un volontario che occasionalmente viene in palestra per una riunione e incrocia in corridoio un minore: a quel punto, dovrebbe produrre il certificato qualsiasi maggiorenne entri nell'edificio in orario di lezione in cui siano presenti minori!)
La prassi che ci era stata indicata dal nostro EPS è che il certificato penale lo deve richiedere il datore di lavoro (quindi il presidente in quanto legale rappresentante), si può richiedere online, si paga una marca da bollo da 3,92 euro per ogni certificato e non serve nessuna delega o documento (se ci va il presidente). Siccome è un obbligo di legge, al lavoratore non è richiesto nessun tipo di consenso (posto che nel contratto di lavoro che ha firmato sia indicato che opera a contatto con i minori e che quindi è sottoposto a tale obbligo).E' cambiato qualcosa nel frattempo?
Purtroppo è facilmente prevedibile che a contattare il soggetto saranno tutti quei genitori che a vario titolo hanno qualcosa contro la società sportiva: esclusione del pargolo da gare, "sgarri" dell' allenatore veri o presunti, merendine rubate dallo zaino nello spogliatoio.
Francamente, non se ne sentiva davvero la necessità (anche perché le FFOO non sono mica scomparse e se MIO figlio avesse subito violenze vere o presunte, mi rivolgerei a loro e non a uno "specialista" di cui non posso sapere nulla (Carabinieri e Polizia il Codice Penale lo conoscono).
Beh, se non altro domenica mi potrò sbizzarrire su cosa disegnare sulle schede elettorali.
Mi ricollego al presidente Roberto: sono ormai anni che gestire una ASD è un lavoro, e come tale va considerato.
Personalmente ho affrontato un percorso di delega di incarichi, ho lavorato per costruire un team amministrativo e uno tecnico, oltre a dotare l'associazione di strumenti informatici per il lavoro in condivisione e da remoto.
Ma questo lo si fa se si hanno le competenze manageriali necessarie (cosa non semplice se non si ha esperienza in aziende profit), oltre che una visione di lungo periodo (perché non si fa in un mese e nemmeno in un anno)
Purtoppo è molto vero.
Aggiungo: sono anni che le Federazioni e i Enti di promozione sportiva mettono in guardia, fornendo però supporto a spizzichi e bocconi, alle volte con interpretazioni "fantasiose" della normativa.
E il normatore si è divertito assai a caricare di adempimenti burocratici e ad aggiungere, aggiungere, aggiungere cose da fare, regole da seguire, registri da compilare (con istruzioni lacunose, inesistenti, contraddittorie).
Insomma, considerando che il presidente di asd tipicamente è un istruttore/allenatore/appassionato dello sport di cui la sua associazione, con una formazione solitamente non economico/fiscale/gestionale/amministrativa, il perché si viva con ansia questa situazione mi pare evidente.
La nostra esperienza: anni fa il nostro Direttivo decise di "allungare il passo" e mise in campo iniziative importanti (anche sotto il punto di vista del budget), tra cui l'allestimento di una nostra palestra, sia pur in locali in affitto. Ci fu chiaro che dovevamo crescere numericamente e qualitativamente, e che avremmo dovuto rivedere un po' tutto il nostro organigramma. Così iniziammo un percorso di deleghe, suddivisioni dei compiti, addestramento di alcuni soci volontari alla gestione di "pezzi" dell'organizzazione dell'associazione.
Sebbene lungi dal dire che questo percorso sia completato o che tutto sia perfettamente funzionante, penso però che se non avessimo fatto questa scelta, oggi sarebbe tutto veramente troppo complesso per essere gestito "alla vecchia maniera". Oggi c'è uno staff tecnico coordinato da due dirigenti sportivi e che risponde delle scelte sportive al Direttivo, uno staff gestionale amministrativo per il tesseramento e per la registrazione dei pagamenti, il controllo delle presenze, il recupero dei crediti verso i soci inadempienti, coordinato da un dirigente per l'amministrazione che risponde al Direttivo, mentre io come presidente mi sono tenuto al momento la gestione della parte finanziaria (pagamenti collaboratori, fornitori, banche, finanziamenti), ma anche questa parte vorrei riuscire a delegarla per lo meno parzialmente.
In questo percorso devo però dire ahimé che abbiamo avuto un supporto molto saltuario e poco proattivo da parte degli organismi sportivi, per cui alla fine abbiamo deciso di appoggiarci a un team esterno per avere una consulenza qualificata. Oggi mi chiedo se sia ancora possibile fare a meno di questo tipo di consulenza, per una società sportiva che voglia cercare di sopravvivere.
Come presidente la cosa che mi urta maggiormente è dovermi confrontare quotidianamente con un carico burocratico inutilmente oppressivo, studiato da chi non ha la minima conoscenza del settore sportivo/associativo, tempo speso per adempimenti ridondanti, con procedure farraginose, avendo come controparte funzionari solerti solo nel mettere i bastoni fra le ruote.
Non sto a fare esempi, tanto lo so che tutti sapete a cosa mi riferisco.