Nicolo Carloni (Moderatore livello 1)
u/d98a7f378ddbbe0bb
Sbugiardata definitivamente la politica
La Riforma del Lavoro sportivo porta all’aumento dei costi a carico di ASD, SSD e lavoratori (senza nemmeno dare vere tutele pensionistiche)
Era solo il 7 luglio 2022 quando nel Correttivo del Consiglio dei Ministri del 7 riferito alla Riforma dello Sport si dichiarava: “Il Dipartimento per lo Sport avrà un ruolo non solo di certificazione dello svolgimento di attività sportiva, ma anche di regolazione, tramite apposite funzioni per gli adempimenti previdenziali ed assistenziali connessi ai rapporti di lavoro, con l’obiettivo di una riduzione dei costi a carico di associazioni e società, infatti è previsto un decreto che individui entro il 1° aprile 2023 i protocolli informatici per le comunicazioni obbligatorie in collaborazione con Ministero, Agenzia delle Entrate, Inps e INAIL”.
Bene, a febbraio 2024, appare evidente non solo che non é così, ma anche che si è arrivati ad un AUMENTO dei costi a carico di ASD e SSD.
LE CERTIFICAZIONI UNICHE
Pochi giorni fa infatti l’help desk del RAS (il Registro delle Attività Sportive Dilettantistiche tenuto dal Dipartimento per lo Sport) ci ha comunicato che le Certificazioni Uniche dei CoCoCo sportivi non vengono gestite dalla piattaforma del RAS e che è necessario “rivolgersi ad un professionista” esterno (per la difficoltà nel compilare la parte riguardante i dipendenti parasubordinati sarà necessario rivolgersi a Consulenti del Lavoro qualificati).
Si tratta di qualcosa di assurdo e vergognoso. Si chiede a 130mila ASD/SSD di tutta Italia con una media di 4 CoCoCo sportivi cadauna (per un totale di 520mila persone circa) di sopportare un altro costo (sia in termini di tempo che di denaro) nonostante si siano già caricati tutti i dati necessari tra UniLav, Compensi, F24 e adesso Uniemens; e malgrado tutte le altre informazioni necessarie siano già in possesso dello Stato.
L’ISCRIZIONE ALLA GESTIONE SEPARATA INPS
Altro aspetto totalmente illogico e molto simile è legato all’obbligo per quei CoCoCo sportivi, che non abbiano posizioni previdenziali INPS già aperte, di iscriversi alla Gestione Separata. È vero che questo aspetto non è economicamente a carico di associazioni e società; ma che accade se il lavoratore non dovesse adempiere alla prescrizione ? Quali sono le responsabilità anche sanzionatorie di ASD e SSD? Perchè si chiede di farlo al lavoratore quando lo Stato e il portale del RAS hanno già tutti i dati e le informazioni per poterlo fare in autonomia?
Tutto ciò, tra l’altro, in palese contrasto con l’art. 43 del d.P.R. n. 445 del 2000 il quale impone che “le singole Amministrazioni non possono richiedere atti o certificati concernenti fatti, stati e qualità personali che risultino attestati in documenti già in loro possesso o che esse stesse siano tenute a certificare”.
Il 99% dei CoCoCo sportivi sopra i 5000 euro annui non prenderà mai un euro di pensione, nonostante i contributi versati.
Ma l’aspetto ancor più grave è che tutta questa roboante riforma del lavoro sportivo, che doveva portare a garantire una pensione (!) ai lavoratori sportivi, non raggiunge assolutamente tale risultato.
Il 29 gennaio 2024 l’INPS ha pubblicato una circolare con i dettagli sui contributi previdenziali dovuti per il 2024 dagli iscritti alla Gestione separata INPS in cui è dedicato uno specifico paragrafo ai CoCoCo sportivi.
Per l’anno 2024 il minimale di reddito è pari a 18.415,00 euro; da ciò deriva che gli iscritti per i quali è applicata l’aliquota del 24%, avranno l’accredito dell’intero anno con un contributo annuo di 4.419,6 euro. In sintesi, considerando la franchigia di 5.000 euro, sarà necessario un reddito lordo imponibile di almeno 23.415 euro per avere riconosciuto un intero anno di contribuzione. Un tetto irraggiungibile, appunto, per almeno il 99% dei CoCoCo sportivi che quindi andranno inutilmente, insieme ai loro datori di lavoro, a versare i contributi.
Per questi motivi stiamo avviando una raccolta firme per chiedere al Governo italiano di adottare questi 2 provvedimenti:
- Imporre al RAS che la gestione delle CU e dell’iscrizione alla Gestione separata INPS dei CoCoCo sportivi sia integrata e automatizzata;
- Reintrodurre il Regime dei 10mila (portando il tetto a 15mila euro) come ante-riforma, permettendo a lavoratori sportivi e ASD/SSD di scegliere quale regime adottare, essendo palese che tutti i lavoratori sportivi che non arrivano ad un lordo di 23.415 euro annui si trovano a versare contributi a perdere.
CoCoCo sportivi: come usare la sezione “contributi” del RAS
La scadenza del 31 dicembre relativa ai collaboratori non è stata prorogata. Dal primo di gennaio la gestione dei collaboratori introdotta dalla riforma dello sport è completamente operativa.
I presidenti, però, continuano a scriverci di avere difficoltà col RAS.
Il problema è che il RAS ha rilasciato questo strumento software complesso e vasto dove l’associazione DEVE caricare i dati, senza avere nessun aiuto e SENZA AVERE UN MANUALE.
Il risultato è che la maggior parte dei presidenti e dei segretari si BLOCCA o SBAGLIA.
Proprio per aiutarli, abbiamo tenuto un webinar online dal titolo “CoCoCo sportivi: come usare la sezione contributi del RAS”.
Si tratta di un webinar “pratico” perché, come al solito, dopo aver parlato di normative, filosofia e diritti di tutti (tranne che dei loro), i presidenti si ritrovano a dover fare le cose pratiche. Ed è proprio sugli errori nelle cose pratiche che i nemici del presidente fanno le loro fortune. La maggior parte di questi controlli, o litigi, sono di tipo FORMALE. Quindi attenzione!
Questo webinar serve per aiutarti a fare “per bene” le cose pratiche, in un ambito che MOLTO SPESSO vede i collaboratori ricevere risarcimenti dal giudice del lavoro. Sappiamo quali sono i limiti della forma contrattuale dei CoCoCo…
Non mi perdo in ulteriori parole perché, se stai leggendo questo post, SAI quanto è importante questo tema per un presidente.
Riassumendo: abbiamo creato un webinar in cui abbiamo fatto chiarezza su come utilizzare la sezione contributi del RAS, per evitare di commettere errori che potrebbero costarti molto cari. Al termine del webinar sarà messa a disposizione di tutti i partecipanti, sulla loro area personale del nostro sito, la registrazione e le slide utilizzate.
La nuova funzione UNIEMENS del RAS
Ci sono state di recente una serie di novità relative alle dichiarazioni che il presidente deve fare per i lavoratori dell’associazione sul RAS.
In particolare devi fare la nuova dichiarazione UniEmens!
Per questo motivo abbiamo fatto un webinar per spiegarti come si fa a gestire questa dichiarazione al RAS che DEVE essere fatta entro la fine del mese.
Si tratta del solito webinar “pratico” che si terrà online e al termine del quale saranno messe a disposizione di tutti i partecipanti, sulla loro area personale del nostro sito, la registrazione e le slide utilizzate.
Ha senso tagliare i costi?
Qualche giorno fa sono andato dal mio gommista di fiducia perché dovevo fare il “cambio di stagione”. Faccio qualche chilometro in più per andare da lui perché ha proprio un bel servizio. Per farlo mi sposto in una città che, non è piccolissima, ma non è nemmeno enorme.
Uno dei motivi per cui vado da lui è perché mi permette di prenotare l’orario del cambio gomme, non sgarra mai di un minuto e, grazie a macchinari all’avanguardia, il cambio gomme e la convergenza sono molto precisi e ci mette poco a farmeli.
L’officina è piena, ci saranno almeno 10 macchine sui vari ponti, appena entro, spaccando il minuto, i suoi collaboratori mettono la mia macchina sul ponte. Mentre sto chiacchierando con lui, nell’attesa che mi rendano la macchina, arriva un signore e ci interrompe con la seguente richiesta: “Senta dovrei cambiare le gomme di quel pulmino là”. Si gira e ci indica un pulmino a 9 posti.
Il gommista gli risponde che se è disposto ad attendere, può farglielo al primo appuntamento che salta, oppure che può prendere un appuntamento per l’indomani.
Il signore attende la fine della risposta e si affretta a fare la domanda che gli sta più a cuore: “Si, ma quanto costa?”
Il gommista si mette in modalità venditore e gli illustra le varie opzioni disponibili, a partire da una certa cifra di poco superiore ai 100 euro a gomma, che tutto sommato era più che ragionevole visto il tipo di mezzo.
Al signore per poco non sono venute le palpitazioni e con una faccia incredibilmente addolorata chiede: “ma non ne ha di usate?”.
Il gommista comincia a innervosirsi considerato che la maggior parte di quel tipo di veicoli consuma le gomme fino in fondo, quindi il mercato dell’usato praticamente non esiste ed esita un po’ a rispondere.
Allora il signore diventa sempre più insistente e scortese, fino a che, con una scenata drammatica finale, esclama: “Siamo un’associazione no profit, si metta la mano sul cuore.”
A quel punto il gommista non ci ha visto più e gli ha risposto: “io invece gestisco un impresa profit, per cui non mi metto la mano sul cuore ma, nel caso, gliela metto nel portafoglio”.
Spiazzato da una risposta così diretta, il signore continua ad alzare i toni, allora il gommista, che fino a quel momento era stato tranquillo, alza la voce in modo da essere sentito da tutti i clienti presenti in officina e dice: “il signore porta in giro i bambini e i ragazzi con un veicolo che dovrebbe essere fermato, perché non monta gomme idonee e non ha la revisione”.
Il signore preso ancora più alla sprovvista replica: “ma come fa a sapere che non ha la revisione?”.
Il gommista elenca una serie di dettagli del mezzo che impediscono a un meccanico di fargli passare la revisione. Il signore, palesemente in imbarazzo, si defila, esce dall’officina e se ne va senza nemmeno salutare.
A quel punto uno dei clienti, che lo conosce a causa della partecipazione del figlio alle attività dell’associazione in questione, si avvicina scocciato e fa qualche commento sarcastico, che di sicuro non gioverà alla credibilità dell’associazione nei prossimi mesi. La città alla fine non è così grande. Io aggiungo che forse sarebbe stato il caso di evitare una situazione del genere, quantomeno perché il nome dell’associazione sportiva era scritto ben chiaro sulle fiancate del pulmino…
Intanto che andavo a casa riflettevo e mi giravano vorticosamente i suddetti, sapendo che purtroppo quello a cui avevo appena assistito era la normalità e non un’eccezione. Mi sono vergognato come un ladro nel lavorare in questo settore. Perché è vero che la vita del presidente è dura di suo, ma se ci si mette anche lui a complicarsela, allora da dura diventa impossibile.
Qualcuno che legge questa mail starà pensando che il gommista è come Zio Paperone, che pensa solo ai soldi, che è insensibile. Che il mondo fa schifo, che non è più come una volta, che non ci sono più le mezze stagioni, ecc, ecc.
La realtà è che in quella cittadina ci sono più di 150 associazioni sportive e 3 gommisti, di cui due dello stesso proprietario. Se lui cambiasse gratis le gomme a due terzi delle associazioni della sua cittadina, gli starebbe regalando circa 60mila euro all’anno. Ti sembra possibile?
A me no!
Mettere insieme un buon servizio, in Italia, è già estremamente complesso di suo.
Cerca almeno, come presidente, di non autosabotarti.
C’è stata la riforma dello sport, alcuni costi sono aumentati, ti mancano i soldi perché negli ultimi anni hai sempre chiuso a pari e non hai mai avuto utile e adesso cosa fai?
Tagli tutti i costi, e distruggi il servizio.
Dando per scontato che i tuoi soci non si rendano conto che, a parità di prezzo, gli stai offendo un servizio molto più scarso di quanto era prima.
Questo è un gravissimo errore, che i presidenti pagheranno a caro prezzo, ma che è scritto nella cultura del terzo settore.
Ma non solo! I presidenti cercano quotidianamente di tenere insieme le loro associazioni senza avere un piano di come fare a garantire ricavi sufficienti a pagare le spese per erogare un buon servizio e ad avere un po’ di utile.
Cosa ne pensi di questa esperienza e di questa riflessione? Non pensi che un presidente di associazione dovrebbe avere come obiettivo MIGLIORARE il servizio offerto ai propri soci, piuttosto che tagliare tutti i costi?
Fammi sapere cosa hai fatto tu negli ultimi mesi per aumentare le entrate della tua associazione e migliorare il servizio che offri.
2 falsi miti sulle associazioni
Oggi vorrei riflettere su alcuni cambiamenti che coinvolgono la figura del presidente di associazione in questo momento storico.
Il mondo delle associazioni sportive è sempre stato caratterizzato da alcune peculiarità:
- Pochissima concorrenza (rispetto ai settori profit)
- Nessuna burocrazia
- Zero tasse
- Nessun controllo
Questo succedeva perché nel dopoguerra lo sport era, tutto sommato, un settore nuovo e un mercato non particolarmente attrattivo!
In questa fase si sono creati diversi miti. Il primo dei quali è quello dei volontari.
Persone che avrebbero dovuto lavorare per le associazioni in pianta stabile e senza compenso. Iniziando dagli operativi, fino ad arrivare al presidente. Si è creata così l’UNICA eccezione nel diritto italiano, che permette di far lavorare un collaboratore senza pagarlo.
Una bolla che, in un certo periodo storico e in alcune selezionate zone d’Italia, ha raggiunto anche delle buone dimensioni.
Questo ha portato i presidenti a credere che il loro lavoro dovrebbe essere volontario e che tutti i collaboratori dovrebbero essere a loro volta volontari. Cosa che non solo non vera ma, al di là della facciata, quasi mai è successa veramente, nemmeno negli anni d’oro. I volontari sono solo una parte della struttura dell’associazione e non possono essere né la totalità, né la maggioranza della forza lavoro.
Dal punto di vista legislativo le cose, come spesso succede in Italia, sono rimaste immutate per più di cinquant’anni. Il contesto nel frattempo si è modificato radicalmente.
Lo sport è diventato un settore attrattivo. La concorrenza è aumentata e la gran parte delle associazioni ha usato male i privilegi di cui godeva.
Riciclaggio di denaro, false fatturazioni e associazioni mascherate sono dilagate tra la fine degli anni 90 e la crisi del 2010.
Questo ha portato i vari governi a stringere le maglie intorno alle associazioni sportive.
Hanno iniziato a controllarle, cosa che fino ai primi anni duemila non era mai successa. A seguito dei disastri emersi durante i controlli, nel 2012 hanno sviluppato il progetto per il controllo a tappeto di tutte le associazioni. Progetto che è rimasto a metà per mancanza di personale, ma che verrà completato nei prossimi anni grazie alle 11mila assunzioni previste dall’Agenzia delle Entrate e soprattutto grazie alla creazione del RAS e allo sviluppo, accelerato dal PNRR, degli strumenti di controllo remoto come SERPICO. Tutto questo permetterà il controllo automatizzato e remoto delle associazioni con molto, ma molto, meno personale.
Con la riforma dello sport è stata poi data ulteriore spinta alla burocrazia e al peggioramento del regime fiscale, in particolare dei collaboratori.
Questo ha destabilizzato ancora di più il terzo settore sportivo perché ha, di fatto, distrutto un altro importantissimo falso mito profondamente radicato nei presidenti; ovvero che le associazioni non dovessero avere utile.
Abbiamo già spiegato almeno 300 mila milioni di volte che la normativa non prevede questa regola, ma i presidenti sono ancora convinti che sia così. RICORDATI. L’associazione, a fine anno, DEVE avere utile!
Se le associazioni avessero avuto utile, a quest’ora i presidenti avrebbero un po’ di soldi sul conto per far fronte alla riforma. Invece ci troviamo con associazioni, anche grandi, che rischiano di andare per aria perché sono aumentati i costi e sono in perdita. Non ci sono soldi sul conto corrente.
Queste due cose combinate stanno facendo impazzire i presidenti, perché devono cambiare il loro modo di pensare l’associazione.
Cosa pensi del ruolo dei volontari nelle associazioni? Nel 2023 la tua associazione ha avuto dell’utile? Se la risposta è positiva, quali tipologie di entrate sono state le più importanti per la tua associazione nel 2023?