stefano_marini (Moderatore livello 4)
u/stefano_marini
Quello che tu chiami costo vero e proprio. Tutti i soldi che escono dall’associazione per quel dipendente indipendentemente che vadano a lui, allo stato o a chiunque altro.
Io penso che tu Stefano vuoi trasformare le associazioni in aziende che possano competere sul mercato del no profit che per definizione no ha l’obiettivo di distribuire utili cosa che invece avviene e senza pagare tasse.
Continui a confondere concetti. La totalità delle più di 8mila associazioni che seguiamo non distribuisce utile e non si tratta di aziende profit mascherate da associazione. Sulla base dei nostri dati riteniamo che la quasi totalità delle associazioni in Italia, oggi ,sia in questa situazione e non in quella che descrivi tu.
Mi viene il dubbio che tu, per “distribuire utile”, stia erroneamente intendendo pagare gli stipendi a chi lavora. In questo caso mi dissocio perché ritengo che questo sia il minimo. Pretendere di sfruttare le persone per fare un lavoro qualificato, dal mio punto di vista, non esiste. Il volontario deve svolgere i ruoli da volontario. Il collaboratore deve essere pagato e il presidente, se lavora, deve essere remunerato e anche bene, considerato che ha la responsabilità legale. Sono concetti basilari in una società civile.
Io non voglio trasformare nulla. Dati alla mano posso dire che, mediamente, le associazioni forniscono un servizio al limite della decenza. La mia battaglia è quella di riuscire a fare in modo che il livello di servizio fornito dalle associazioni ai propri soci aumenti, per migliorare il benessere della comunità. Questa è la missione di TeamArtist.
Al contrario:
- Lo stato
- L’agenzia delle entrate
- Sport & Salute SPA (bada bene SPA, non più organizzazione no profit)
- La politica
- L’europa
- I soci, che ormai sono abituati a un livello di servizio di un certo tipo e non vogliono più scendere
- I collaboratori, che non allocano tempo in attività non remunerate (o ne allocano poco). Ci sono diverse discussioni sul fatto che non si trovano più volontari
Vogliono un’organizzazione del terzo settore “aziendale” come la definisci tu.
NON IO, LORO.
Io sono d’accordo limitatamente a quanto detto sopra. Se il livello medio di servizio ai soci si alza, ben venga il cambiamento.
Io piuttosto farei il contrario: dividerei le associazioni da chi vuole fare azienda nel no profit. E c’è la possiamo fare!!! Definendo un perimetro ben preciso che ora non c’è.
Questa è un’affermazione nostalgica, perché all’interno del terzo settore ci sono già forme giuridiche di questo tipo, ma il modo sta andando altrove. Io non so se sia bene o male. Sicuramente un’organizzazione MALE ORGANIZZATA, durerà sempre di meno e per fortuna aggiungo. Sicuramente mi auguro che il livello di servizio fornito ai soci si alzi e lo vorreste anche voi se vedeste le cose che vediamo noi tutti i giorni.
Quello che posso dire è che anche a noi ci sono una serie di cose che non piacciono. La riforma del terzo settore fa schifo. Quella dello sport pure peggio. Le modifiche che sono state fatte, al netto dei proclami, aumentano solo il carico fiscale e gli adempimenti sul presidente. Il regime dei controlli fiscali e totalmente ingiusto. I controlli telematici con l’intelligenza artificiale saranno un massacro.
Queste cose possiamo cambiarle, a condizione che il CLUB raggiunga un numero di soci sufficienti per diventare influente.
DATECI UNA MANO.
“Le associazioni non sono nate per fare le aziende anche se sono organizzate come tali meglio e’ ma, per sopperire a dei vuoti orgnizzativi che nessuno voleva riempire in settore appunto dove non c’era trippa per gatti.“
Questa è la tua personalissima visione. In mezzo mondo questi settori dove "non c’è trippa per gatti" sono occupati da aziende profit. In Italia sia scelto di fare così per ragioni politiche, che all’epoca erano anche rispettabilissime. Ora sono totalmente fuori contesto e la politica sta ripensando un modello che, nel grosso, offre servizi di scarso livello.
“Infatti hanno potuto e stanno tuttora in piedi in quegli stessi settori perché c’è il VOLONTARIATO!!!“
La maggior parte delle associazioni italiane che stanno crescendo di dimensione, e che vedremo ancora tra 10 anni, non sono più basate sul volontariato da tempo. Il sistema basato unicamente sul volontariato, per cause che ho già approfondito altrove, non reggerà l’urto dei prossimi 10 anni, salvo qualche rara eccezione in contesti particolarissimi.
“Qualcuno se ne è approfittato e ha pestato i piedi a settori profit beneficiando di agevolazioni che il profit non ha!!!”
Su questo siamo d’accordo e questo fenomeno, che tra l’altro abbiamo combattuto in tutti i modi possibili e immaginabili, sta diminuendo drasticamente rispetto a 15 anni fa grazie ai controlli, che nei prossimi anni diventeranno ancora più serrati grazie ai registi RAS e RUNTS e alla fatturazione elettronica per le associazioni.
“Pertanto io dico che queste associazioni si mettano sul lato profit facendo le aziende vere e proprio senza stare in bilico e rompere le scatole a quelle vere nate negli anni 60 come le calcistiche e quelle sportive in generale dove appunto senza volontariato sei chiuso la sera stessa che apri!!!
Io non ho nessuna voglia di diventare una azienda perché ci siamo dal 1967 e abbiamo sempre organizzato sport senza bisogno di tutto questo can can che hanno sollevato le false associazioni !!!”
Qui è proprio dove il mio pensiero e il tuo divergono totalmente. Io ti predico che le associazioni che inizieranno a organizzarsi meglio surclasseranno le altre, che chiuderanno una in fila all’altra, come d’altronde già sta succedendo.
Dopodiché tu definisci un’associazione organizzata “azienda”, Io definisco un’associazione organizzata un entità che offre un servizio nettamente migliore ai suoi soci. Tra 10 anni ci siederemo in sede al club e vedremo come sarà finita.
Assolutamente. Ma non stiamo parlando di associazioni mascherate che combattiamo da 15 anni. Mi riferivo ad associazione che hanno il titolo per esserlo e queste sono definite da criteri di legge.
Temo di non essere d’accordo su tutta la linea.
Siamo ancora fermi ai falsi miti di 10 anni fa. L’utile non definisce che l’associazione è profit. Lo fa la distribuzione di dividendi. Ma sono due cose ben diverse.
L’associazione DEVE AVERE UTILE!
Stai proprio confondendo il concetto
Chi gestisce un’associazione senza utile è giusto che al primo imprevisto chiuda. Chi gestisce un’associazione senza utile non è moralmente superiore a chi fa dell’utile, non è più bravo, non è più meritevole e non è più buono. Chi gestisce un’associazione senza utile sta semplicemente dando un servizio peggiore alla comunità. Che costa meno (a volte), ma peggiore. Non c'è miglioramento delle condizioni di vita per nessuna delle parti in causa.
Se non vi è chiaro questo concetto leggete questo:
Ce la faremo. Avere un peso è uno degli obiettivi del Club. Molti di voi non sono ancora entrati nell'ottica. Alcuni fanno domande amministrative e pensano che il Club esista per quello, altri cercano gli aggiornamenti, altri i quesiti tecnici. Poi ci sono i workshop online, le masterclass in presenza, i corsi online e in presenza e tutto quello che riguarda la crescita del presidente e dell'associazione. Ma ancora non è chiaro che il club ha un consiglio, un comitato tecnico scientifico, un osservatorio e sicuramente un impatto importante sul terzo settore negli anni a venire. Anche dal punto di vista legislativo. Siamo in mille dopo 6 mesi e fra qualche settimana inizierà la campagna per il 2025. Comunque di questo parleremo in sede all'aperitivo.
Questo mi dà la possibilità di fare una precisazione, perché con il nuovo anno verrà introdotto il sistema dei livelli. Al Livello 1 il tuo discorso non fa una piega. Il sistema a livelli, però, ci permetterà di creare aree e discussioni riservate ai membri di livello più alto. Le necessità dei presidenti sono, infatti, differenti. Le associazioni grandi sono diverse da quelle più piccole, ci sono presidenti più formati e presidenti meno formati, ci sono presidenti con esperienze completamente diverse fra loro. Ci saranno aree del sito, dell'app e eventi online e in presenza dedicati.
Ci tengo a precisare che questo è il testo INTEGRALE dell'email ricevuta, senza tagli, senza aggiunte e senza correzioni. È stata rimossa soltanto la firma. Ne riceviamo a decine al giorno di questo tenore.
Saggezza
Vedrai che si contamineranno, è solo una questione di tempo e di crederci.
Ti rispondo in modo serio. Se voi portate i vostri amici presidenti nel Club e noi facciamo il nostro per farlo crescere raggiungendo il numero di soci che ci serve per avere peso politico, vedrai che qualche leggina ben fatta per i presidenti, tra un paio d'anni, riusciamo a portarla a casa.
Ahaha come terrorizziamo noi non terrorizza nessuno. Perché in realtà la legge non la fa il ministro, ma noi...
Ecco come fa un presidente a crearsi problemi da solo
Vorrei condividere con tutti voi un riflessione molto importante.
Oggi ho ricevuto questa mail da un presidente in risposta ad una delle mie che trattava la tematica dell’entrata in vigore della nuova gestione IVA dal 1° gennaio 2025.
Vi invito a leggerla con molta attenzione:
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Buongiorno Stefano, ho letto la sua email.
Per prima cosa ho chiesto una consulenza (gratuita) ad un mio amico che lavora in un grosso studio di commercialisti a Genova. Questa è stata la loro riposta:
“Se l’associazione non svolge attività economiche continuative, può operare con il solo codice fiscale.
Questo è sufficiente per la maggior parte delle attività istituzionali e occasionali, anche se a partire dal 2025 da più parti si ventila che sarà comunque obbligatorio avere una partita IVA.”
Poi le rivolgo una domanda che penso non abbia risposta o almeno appartiene a quei vuoti normativi dove fatta la legge trovato l’inghippo
La nostra associazione promuove la birra artigianale in tutte le sue forme e ci produciamo un piccolo quantitativo di birra per consumo esclusivo dei soci.
Abbiamo anche alcuni soci homebrewer che se la producono per loro e talvolta la portano ai pochi nostri eventi (assaggi o più comunemente chiamati aperitivi)
Se ci dotassimo di partita IVA diventeremmo una attività commerciale a tutti gli effetti. Bene allora potremmo vendere le nostre birre al pubblico invece che limitarla ai soci, mi sembra lapalissiano.
Dunque la normativa non prevede il discorso della accise per le associazioni senza scopo di lucro. Questo significa che potremmo vendere la nostra birra ed evadere le accise????
Se così fosse penderemmo subito la partita IVA, potremmo fatturare la nostra birra.
Anche il mio amico commercialista mi ha detto che non ho tutti torti visto che l’attribuzione della partita IVA sancisca una attività commerciale
E proprio vero che chi promulga le leggi nella comunità Europea sono dei personaggi che non sanno quello che fanno
Cordialità
S.T.
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Leggendo questa lettera faccio alcune considerazioni
Considerazione 1: TUTTO quello che questo presidente ha scritto sulla preparazione, somministrazione e vendita di birra è sbagliato o parte da presupposti sbagliati. E lui è convinto del contrario. Quindi è messo decisamente male
Considerazione 2: Questo che ha detto lo studio dimostra scarsa competenza in materia. Detto questo, su cui non credo di dovermi soffermare con tutti voi che, ormai, ne sapete di più di questi commercialisti, volevo aggiungere che la risposta è data in forma orale ed è talmente vaga ed evasiva da non aver alcun valore.
Considerazione 3: Il presidente scrive A ME per rivolgere la domanda che CONTA. Questo perché non ha voluto rivolgersi di nuovo al commercialista. È evidente che la prima risposta (gratis) è stata estorta grazie alla relazione di amicizia, ma che successivamente gli sarebbe stato richiesto (giustamente) un pagamento.
Considerazione 4: La domanda che dovresti farti da lettore è perché questo presidente, come la totalità dei presidenti. si mette in questa situazione. Ma è possibile che tutte le volte che avete bisogno dobbiate fare gli equilibristi tra famigliari, parenti, amici e presunti, professionisti di altri settori per avere una risposta CHE POI NON SERVE A NIENTE?
Se pensi, come fa questo presidente, di poter confrontare un nostro parere scritto con quello a voce del primo commercialista che passa per strada “suo amico”, commette una serie di gravi errori. Come farsi curare una carie da un veterinario. E allora la domanda è: “perché?”.
Perché sprecare tutto sto tempo e tutte queste energie piuttosto che scriverci direttamente? Tanto alla fine dovrà pagare lo stesso. Perché non pagare direttamente quelli che possono dargli una risposta professionale e risolutiva?
Il dibattito è aperto.
Questa è un'affermazione che si basa su diffidenza e malizia.
Qui il marketing non c'entra nulla. Il problema sono gli esseri umani.
Le persone si iscrivono a eventi anche da 2-3mila euro e poi NON CI VANNO. Il fatto che sia gratis poi attira come le mosche. Quindi il prezzo di listino è di 398 euro e ve lo stiamo dando GRATIS. Dopo il 15 Novembre quelli fuori dal Club lo pagheranno a prezzo pieno, come hanno pagato e pagano 597 quello del RAS (che costa di più perché sono 3 giornate invece che due).
I 25 euro li abbiamo introdotti per evitare comportamenti opportunistici e non aiutano il marketing perché poi te lo devo anche giustificare. Però almeno la maggior parte di quelli che si sarebbero iscritti sapendo già che poi non avrebbero partecipato, rinunciano e non dobbiamo organizzare 20 date piene a un terzo.
Spero di essere stato più chiaro.
Te lo spiego con l'esempio dei concerti. Il workshop è gratis. Stai pagando 25€ la prevendita del posto. Altrimenti le persone si iscrivono a caso e poi non vengono. Visto che i posti sono limitati, dopo la prima volta dove metà delle persone non sono venute penalizzando tutti quelli che avevamo lasciato fuori perché la data era esaurita, abbiamo introdotto la "prenotazione".
“Cos’è un Workshop, differenze con webinar”
Un Workshop, nonostante la parola sia simile, non ha niente a che vedere con un webinar. Ha una finalità proprio diversa.Un workshop è diviso in classi e, come dicevo, ha l’obiettivo di far svolgere un certo compito ai partecipanti. Di trasformare tutto quello di cui si parla nel club, quello che viene detto, le informazioni tecniche che vengono date, in qualcosa che poi il presidente riesce a mettere in pratica quotidianamente dell’associazione e che porta a risultati concreti.Quindi.“Un Workshop consiste in una serie di incontri finalizzati a far portare a termine al partecipante una specifica attività.Tale attività che può essere: la redazione di un documento, il caricamento dei dati su un portale, la riorganizzazione di un organigramma, l’archiviazione di documenti, la creazione di un piano strategico, la riorganizzazione dell’associazione, ecc. e sarà svolta dal partecipante proprio DURANTE il workshop.In questo modo i nostri tutor potranno aiutare il partecipante nello svolgimento dell’attività e al termine verificarne la bontà del lavoro finito.”Es: Workshop sul RAS. Il partecipante al termine del workshop avrà compilato tutti i dati nell’area riservata dell’associazione nel RUNTS. Il lavoro viene svolto dal partecipante durante il workshop e supervisionato dai tutor. Il workshop può svolgersi in presenza o in remoto. Es: Workshop sulla nuova gestione IVA. Al termine il partecipante avrà riorganizzato la segreteria per emettere la giusta pezza giustificativa per i vari incassi specifici della sua associazione, avrà fatto le registrazioni e avrà provato ad emettere in maniera corretta pezza giustificativa per ogni voce d’incasso.Il workshop si possono tenere sia in presenza che in remoto e hanno una durata che varia generalmente dalle 3 alle 9 ore divise in uno o più incontri.
Le date a cui ti riferisci sono per le persone che NON fanno parte del club. Le date GIUSTE PER I MEMBRI DEL CLUB sono 28 novembre e 5 dicembre alle ore 12.
Grazie mille per la fiducia
Guida alla nuova gestione fiscale delle entrate delle Associazioni no profit a partire dal 1° gennaio 2025
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WORKSHOP IVA
Per TUTTI i membri del CLUB DEI PRESIDENTI il workshop è GRATIS. Vi chiediamo 25€ DI COSTO solo per prenotare la presenza, perché abbiamo un numero di posti limitato e vorremmo utilizzarlo solo per persone che poi parteciperanno effettivamente.
PARTECIPA al workshop composto da due incontri
(28 novembre e 5 dicembre) alle ore 12 -> ESAURITA
(28 novembre e 5 dicembre) alle ore 18 -> ESAURITA
(12 dicembre e 19 dicembre) alle ore 12 -> CLICCA QUI
(12 dicembre e 19 dicembre) alle ore 18 -> CLICCA QUI
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A partire dal 1° gennaio 2025, TUTTE le associazioni, incluse le ASD e gli enti del terzo settore (ETS), saranno OBBLIGATE ad aprire la partita IVA e adeguarsi alla nuova gestione che rivoluzionerà anche le associazioni che hanno GIÀ la partita IVA.
Ti ricordo che:
1. Se sei il presidente di un’associazione con il solo codice fiscale, devi aprire la partita IVA.
2. Se sei il presidente di un’associazione che ha già la partita IVA, dal 1° gennaio cambia tutto anche per te e devi capire come ri-organizzare le fatture e le ricevute.
Nel caso tu non apra la partita IVA o che tu non rilasci correttamente fatture e ricevute, lo stato ti richiederà di pagare il 22% di IVA sugli incassi.
La faccenda è piuttosto complessa e il presidente deve stare attento perché i controlli sull’IVA sono telematici e di conseguenza l’Agenzia delle Entrate in caso di errori, manderà direttamente l’avviso bonario per la riscossione dell’IVA dovuta. Da quel momento difendersi diventa un macello, quindi cercate di non arrivarci.
Nelle ultime settimane è emerso che c’è bisogno di fornirvi un aiuto per insegnarvi la nuova gestione fiscale delle vostre entrate a partire dal 1° gennaio 2025.
Tale nuova gestione non è semplice per almeno TRE buoni motivi
1. La quasi definitiva scomparsa delle “entrate istituzionali esentasse (o fuori campo iva)” che diventano “entrate commerciali IVA ESENTE”;
2. L’apertura della partita iva per tutte quelle Associazioni no profit che oggi hanno il solo Codice Fiscale, con tutti gli atti conseguenti;
3. La necessità di comprendere quali pezze giustificative emettere a seconda della tipologia di entrata e che queste siano fiscalmente corrette, sia per tipologia che per contenuti.
Per potervi dare una soluzione utile che vada oltre ai consigli una tantum che possiamo darvi sul Club, bisogna dedicarvi tempo, impegno, pratica ed avere al vostro fianco un consulente avanzato che abbia compreso sino in fondo questa materia, avendo già esperienza di tante Associazioni della vostra stessa tipologia e campo di attività.
Negli ultimi 3 mesi abbiamo riunito i nostri consulenti senior e abbiamo preparato una cosa che potrebbe esservi di grande aiuto.
Si tratta di un workshop ONLINE.
Un Workshop consiste in una serie di incontri finalizzati a far portare a termine ai partecipanti una specifica attività. In questo caso andremo ad insegnarvi, caso per caso, ogni tipologia REALE di entrata della vostra Associazione COME dovrà essere inquadrata, quale tipologia di pezza giustificativa sarà la più OPPORTUNA (spesso ci sono più soluzioni ma alcune sono veloci da fare ed emettere, altre sono lunghe e difficili) e COSA dovrà contenere per essere fiscalmente corretta.
In questo modo i nostri tutor potranno aiutare il partecipante nello svolgimento dell’attività e al termine verificarne la bontà del lavoro finito.
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WORKSHOP IVA
Per TUTTI i membri del CLUB DEI PRESIDENTI il workshop è GRATIS. Vi chiediamo 25€ DI COSTO solo per prenotare la presenza, perché abbiamo un numero di posti limitato e vorremmo utilizzarlo solo per persone che poi parteciperanno effettivamente.
PARTECIPA al workshop composto da due incontri
(28 novembre e 5 dicembre) alle ore 12 -> ESAURITA
(28 novembre e 5 dicembre) alle ore 18 -> ESAURITA
(12 dicembre e 19 dicembre) alle ore 12 -> CLICCA QUI
(12 dicembre e 19 dicembre) alle ore 18 -> CLICCA QUI
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PROGRAMMA:
Primo incontro (indicativo 2 ore): come si apre la partita iva se non ce l’hai, quali sono i passaggi delicati in questa operazione, quale regime fiscale scegliere.
1. Come si apre la Partita Iva di una Associazione no profit: In questa sessione mettiamo in condizione il presidente scoprire se ha già una partita iva aperta e, in caso negativo, come fare ad aprirla. Per chi già l’avesse si tratterà solo di un veloce ripasso;
2. Quali sono gli aspetti delicati nell’apertura di una partita iva associativa, il codice ATECO e il REA della Camera di Commercio: in questa parte spieghiamo quale scelta prendere su questi due aspetti tecnici spesso sottovalutati e che invece, sul lungo periodo, possono avere un grande impatto.
3. Regime fiscale agevolato per le Associazioni no profit o Regime ordinario: in questa parte spieghiamo le diverse possibilità di regimi applicabili e gli oneri collegati, esplorando più da vicino il DL 398/1991, quello oggi più conveniente e più diffuso.
4. Analisi delle possibili entrate di una Associazione no profit: i casi più frequenti (quota associativa, contributo per corso o attività da socio o tesserato)
5. Assistenza e Domande ai Tutor (Conclusione 1° Sessione);
Secondo incontro (indicativo 2 ore): analisi delle possibili entrate di una Associazione no profit, analisi del passaggio di inquadramento fiscale, spiegazione delle corrette pezze giustificative fiscali da emettere (come scegliere tra Fatture, Ricevute e Scontrini), spiegazione delle corrette diciture da inserire nelle stesse.
1. Analisi delle possibili entrate di una Associazione no profit: le Associazioni no profit possono avere tante diverse entrate. Quote e contributi associativi (che non sono la stessa cosa), erogazioni liberali (cioè le donazioni), entrate da corrispettivi specifici, contributi pubblici e privati, canoni di affitto, rendite patrimoniali etc etc. Quasi sempre vengono confuse, non comprese sino in fondo, e gestite fiscalmente in modo sbagliato.
2. Analisi del passaggio di inquadramento fiscale tra quanto fatto sino al 31 dicembre 2024 e le nuove modalità previste dal 1° gennaio 2025: come dovevano essere trattate le entrate delle Associazioni no profit sino a quest’anno e come, diversamente, dovranno essere inquadrate dall’anno prossimo. Sembra facile ma non lo è;
3. Spiegazione delle corrette pezze giustificative fiscali da emettere (come scegliere tra Fatture, Ricevute e Scontrini): Capire come classificare nel modo corretto le differenti entrate dell’Associazione e quali pezze giustificative scegliere di emettere tra le diverse possibilità, nell’ottica di farlo impiegando meno tempo e meno burocrazia possibile.
4. Assistenza e Domande ai Tutor: Questa attività sarà divisa in 2 o 3 parti abbastanza corpose durante la sessione;
5. Analisi dei vostri casi reali, con esercizi, verifica e correzione degli stessi in modo da essere certi di avere una corretta impostazione per il 2025.
6. Analisi dei vostri casi reali: vediamo, caso per caso, le vostre attuali entrate e le pezze giustificative che emettete.
7. Esercitazione: vediamo, caso per caso, come pensate di andare a gestire le vostre entrate nel 2025 e come andare ad emettere le relative pezze giustificative.
8. Assistenza e Domande ai Tutor (Conclusione 2° Sessione). Questa attività sarà divisa in 2 o 3 parti abbastanza corpose durante le due sessioni;
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WORKSHOP IVA
Per TUTTI i membri del CLUB DEI PRESIDENTI il workshop è GRATIS. Vi chiediamo 25€ DI COSTO solo per prenotare la presenza, perché abbiamo un numero di posti limitato e vorremmo utilizzarlo solo per persone che poi parteciperanno effettivamente. PARTECIPA al workshop composto da due incontri
(28 novembre e 5 dicembre) alle ore 12 -> ESAURITA
(28 novembre e 5 dicembre) alle ore 18 -> ESAURITA
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Ciao Stefano benvenuto nel Club